15 Set 2016

di Valerio Melandri,
Direttore Master in Fundraising

Posso garantire che, ogni volta che ho nuova idea e decido di investirvi tempo e risorse, ricevo delle critiche da parte di 2 fazioni.

Della prima fanno parte i cosiddetti “esperti”.
Sono coloro che conoscono alla perfezione tutti i motivi per cui una cosa non può succedere. Ce ne sono davvero tanti nel mondo, tutti pronti a dividere l’innovazione in tre fasi: quella in cui ti dicono che è una cosa che proprio non si può fare; quella in cui ammettono che l’idea non era poi così assurda, ma in realtà era ovvia; e quella in cui affermano che inizialmente era stata una loro trovata.

Quando abbiamo realizzato per la prima volta il Master in Fundraising (e oggi siamo alla 14° edizione con oltre 65 domande di iscrizione per 40 posti!), tutti mi dicevano “non puoi insegnare il fundraising in Università”, eppure ci credevo.

Mi piaceva ed ero convinto che fosse bello, ma anche nuovo.
E alla fine ha funzionato.

Tuttavia, le critiche più tremende, quelle che mi spaventano di più, arrivano dalla 2° fazione.

Ovvero da quelle “persone” che vivono all’interno della nostra testa, e che ci dicono che le idee che abbiamo avuto sono stupide, che non siamo bravi e competenti come gli altri che hanno fatto qualcosa di straordinario nella loro vita.

Trovate il coraggio di mettere a tacere quella voce.

Non potete “non prendere dei rischi”,
perché anche “non prendere dei rischi” rappresenta spesso un azzardo, probabilmente quello più grande.

Quando l’I-Phone ha fatto il suo ingresso sul mercato il Blackberry ha deciso di agire con cautela, in maniera conservativa, di non cambiare la propria tecnologia in base a questo nuovo prodotto.
In quel momento non hanno preso un rischio, hanno scommesso forte sul fatto che il tentativo di Apple sarebbe fallito. E hanno perso alla grande.

Oggi il Blackberry è finito, praticamente fuori mercato. Questo esempio ci fa capire che non c’è modo di non prendere rischi.

Certo, chi decide di non scegliere ha la percezione di rimanere dalla parte del sicuro, e di non mettere a repentaglio il proprio posto di lavoro. Ma la realtà è che potrebbe comunque metterlo a repentaglio.

Il vero pericolo è quello di perdere l’entusiasmo e l’amore nei confronti della vita.